Stella Caeli exstirpavit – un canto gregoriano per i tempi di pestilenze

Negli ultimi giorni si sta diffondendo su vari siti Internet il canto gregoriano “Stella Caeli extirpavit”, un’antifona mariana con orazione annessa che veniva cantata in tempo di peste per implorare la protezione della madre di Dio.

Ecco il testo della preghiera

Stella caeli exstirpavit
Quae lactavit Dominum
Mortis pestem quam plantavit
Primus parens hominum.
La Stella del Cielo,
che allattò il Signore,
distrusse la peste della morte, introdotta al mondo dal progenitore degli uomini.
Ipsa Stella nunc dignetur
Sidera compescere,
Quorum bella plebem caedunt
Dirae mortis ulcere.
Si degni ora la medesima Stella
placare il cielo,
che irato contro la terra, distrugge i popoli
con la crudele piaga di morte.
O piisima Stella Maris
A peste succurre nobis;
Audi nos, Domina;
Nam Filius tuus nihil negans
Te honorat.
O pietosissima Stella del mare,
Tu salvaci dalla peste.
Sii propizia alle nostre preghiere,
o Signora, perché il tuo Figlio,
che nulla a Te nega, ti onora.
Salva nos Jesu pro quibus
Virgo mater te orat!
O Gesù, salva noi, per i quali
ti prega la Vergine Madre.

℣. Ora pro nobis, Sancta Dei Genitrix.
℞. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus. Deus misericordiae, Deus pietatis, Deus indulgentiae, qui misertus es super afflictione Populi tui, et dixisti Angelo percutienti Populum tuum: contine manum tuam ob amorem illius Stellae gloriosae, cujus ubera pretiosa contra venenum nostrorum delictorum quam dulciter suxisti: praesta auxilium gratiae tuae, ab omni peste, et improvisa morte secure liberemur, et a totius perditionis incursu misericorditer liberemur.Per te Jesu Christe Rex Gloriae, Salvator Mundi: Qui vivis, et regnas in secula seculorum.  Amen.


Tradizionalmente l’origine di quest’antifona viene attribuita a una violentissima pestilenza nella città portoghese di Coimbra.

Nei giorni scorsi è apparso sul quotidiano Avvenire un bellissimo articolo che racconta l’origine del canto e ne analizza il contenuto

https://www.avvenire.it/agora/pagine/un-antico-canto-francescano-contro-la-peste-e-il-contagio

Abbiamo però trovato ulteriori notizie riguardanti quest’antifona imbattendoci in un testo pubblicato nella nostra vicina Firenze nel 1714 dal titolo:

Relazione del Contagio stato in Firenze l’anno 1630 e 1633 coll’aggiunta del Catalogo di tutte le pestilenze più celebri, che sono state nel Mondo, delle quali si trovi fatta memoria

Nelle pagine 214-215 del testo troviamo proprio la descrizione dell’episodio in questione:

“Travagliando sotto S. Lodovico la Francia per una crudelissima pestilenza, e provati indarno tutti i rimedi, uno solo riusciva, e questo era, che tutti li feriti dal contagio, i quali andavano alle Chiese della Madonna, e si raccomandavano, restavano liberi: e ben dovere, che l’intercessione della Vergine, sia particolare antidoto contro questo male, essendo quella, che ha schiacciato il capo al Demonio, origine della peste, per aver fatto cadere i nostri primi Padri. Il che ci conferma, il caso avvenuto nella Città di Conymbria, la quale essendo distrutta da un fierissimo contagio, entrato in un Monastero di Monache di S. Chiara, la Badessa tutta sconsolata, pensava a mutar Convento, per salvare quelle, che vi restavano; mentre era in queste angustie, picchia alla porta un povero, e domandata la cagione di tanto travaglio, disse, che stessero di buon’animo, e porgendo loro una carta pecora, ove era scritta un’Antifona, con un’orazione, le assicurò, che recitandola ogni giorno devotamente, il Convento si conserverebbe intatto per l’avvenire dalla peste, e detto questo sparve: le Monache recitarono l’orazione, da che seguì quanto aveva predetto il povero, mantenendosi sempre in buonissima salute; l’Antifona, e l’orazione è quella tanto celebre, Stella Caeli extirpavit, etc.

Per quanti volessero approndire, l’intero testo è disponibile gratuitamente online: